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84 il vicario di wakefield.

lata con iscritto fuori Copia d’una lettera da mandarsi alle due gentildonne al castello Thornhill. Cadde tosto in pensiero ch’egli fosse l’infame delatore; e si agitò la quistione sul dissuggellare o no la scrittura. Io non voleva che la si leggesse; ma Sofia insisteva pel sì, dicendo esser ella certa non avervi uomo men di lui capace di una cotanta ribalderia. Lei secondò tutta la famiglia bramosa di venire a capo delle indagini molte, ed io mi arresi e lessi:

«Madonne,

Il portatore di questa lettera vi darà piena contezza della persona che la scrive, la quale se non altro è sommamente amica dell’innocenza, e veglia sempre per difenderla dagl’inganni altrui. Mi vien detto per cosa vera che voi vi proponete di condurre alla città siccome compagne due fanciulle da me alquanto conosciute. Bramando io che non venga tradita l’ingenuità nè contaminata la virtù, reputo dovere di manifestarvi il mio sentimento su questa vostra determinazione, e di dirvi che da un passo così sconsiderato usciranno di mille guai. Io non fui mai inclinato a maltrattare con troppa severità gli infami e i dissoluti; nè ora mi sarei indotto a dichiarare il mio parere in questa guisa e biasimare apertamente l’altrui pazzia, se non la vedessi tendere ad un delitto. Accogliete le ammonizioni d’un amico, e badate seriamente ai danni che nascerebbono dall’introdurre l’infamia ed il vizio dove la pace e l’innocenza hanno finora albergato.»

Quantunque le censure contenute in questa lettera potessero benissimo essere applicate tanto all’una quanto all’altra parte, e riferirsi a quelle persone alle quali era indirizzato lo scritto, del pari che a noi; l’interpretazione maligna era nondimeno così ovvia, che non si cercò più in là, nè si ammise più dubbio. Mia moglie non ebbe pazienza tanta da aspettare ch’io finissi la lettura, e diè in un mare di contumelie contro di Burchell. Olivia le