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capitolo ottavo. 51

               Nè in terra il vedi:
            O se mai trovasi,
               Se in terra ei giace,
               Solo si piace
               Con la facella
               Scaldare il nidio
               Di tortorella.
            Dunque vergognati
               Del tuo dolore;
               Sopisci in core
               Tutti gli affanni;
               Fuggi di femmina,
               Fuggi gl’inganni.
        Disse; mentre parlava,
      All’ospite sul volto
      Spuntò improvviso traditor rossore,
      Che trafitto il dicea
      Da disperato amore.
      E il romito stupía,
      Tanti in un punto sfolgorar veggendo
      Vezzi non visti in pria.
      Come i color che all’ora mattutina
      L’aer tutto dipingono,
      Così apparian vivaci
      Le novelle bellezze, e al par fugaci.
      Vergognosetto il guardo,
      E il bianco seno ch’or s’innalza or scende,
      Desta al solingo in petto
      Con alterna vicenda una tempesta;
      E per fanciulla di leggiadro aspetto
      L’amabile stranier si manifesta.
        Ah! perdona ad un meschino,
          A uno stanco pellegrino,
          Che profano
          Por qui dentro ardisce il piede
          Ove Dio con te risiede.
          Ma pietà d’una sviata
          Verginella innamorata,