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quasi religioso, arrestandosi e sciogliendo il suo braccio da quello di Andrea.

Ella così rimase ad ascoltare, in piedi, presso una delle banane. Tenendo proteso il braccio sinistro, si metteva un guanto, con estrema lentezza. In quell’attitudine l’arco delle sue reni appariva più svelto; tutta la figura, continuata dallo strascico, appariva più alta ed eretta; l’ombra della pianta velava e quasi direi spiritualizzava il pallore della carne. Andrea la guardò. E le vesti, per lui, si confusero con la persona.

“Ella sarà mia„ pensava, con una specie d’ebrietà, poichè la musica patetica gli aumentava l’eccitamento. “Ella mi terrà fra le sue braccia, sul suo cuore!„

Imaginò di chinarsi e di posare la bocca su la spalla di lei. ― Era fredda quella pelle diafana che sembrava un latte tenuissimo attraversato da una luce d’oro? ― Ebbe un brivido sottile; e socchiuse le palpebre, come per prolungarlo. Gli giungeva il profumo di lei, una emanazione indefinibile, fresca ma pur vertiginosa come un vapore d’arómati. Tutto il suo essere insorgeva e tendeva con ismisurata veemenza verso la stupenda creatura. Egli avrebbe voluto involgerla, attrarla entro di sè, suggerla, beverla, possederla in un qualche modo sovrumano.

Quasi constretta dal soverchiante desiderio del giovine, Elena si volse un poco; e gli sorrise d’un sorriso così tenue, direi quasi così immateriale, che non parve espresso da un moto delle labbra, sì bene da una irradiazione del-