Pagina:Il piacere.djvu/300


― 288 ―

Una zona di sole pallido entrò nella stanza, diffondendosi su l’arazzo della Vergine col bambino Gesù e Stefano Sperelli, su l’antico arazzo che Giusto portò di Fiandra nel 1508. E gli occhi di Andrea vagarono per le pareti, lentamente, riguardando le tappezzerie fini, le tinte armoniose, le figure pie ch’erano state testimoni di tanti piaceri e avevano sorriso ai lieti risvegli ed anche avevan reso men tristi le vigilie del ferito. Tutte quelle cose note ed amate parevano dargli un saluto. Egli le riguardava con un diletto singolare. L’imagine di Donna Maria gli sorse nello spirito.

Si sollevò un poco su i guanciali, accese una sigaretta, e si mise a seguire il corso dei pensieri, con una specie di voluttà. Un benessere insolito gli occupava le membra, e lo spirito era in una felice disposizione. Egli mesceva le sue fantasie alle onde del fumo, in quella luce temperata ove i colori e le forme prendevano una vaghezza più blanda.

Spontaneamente, i suoi pensieri non risalivano verso i giorni scorsi ma andavano all’avvenire. ― Egli avrebbe riveduta Donna Maria, fra due, fra tre mesi, chi sa?, forse anche assai prima; ed avrebbe allora riallacciato quell’amore che chiudeva per lui tante oscure promesse e tante segrete attrazioni. Sarebbe stato il vero secondo amore, con la profondità e la dolcezza e la tristezza d’un secondo amore. Donna Maria Ferres pareva essere, per un uomo d’intelletto, l’Amante Ideale, l’Amie avec des hanches, secondo l’espressione di Carlo Baudelaire, la Consolatrix unica, quella che conforta e per-