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IX.



Maria Ferres era sempre rimasta fedele all’abitudine giovenile di notar cotidianamente in un suo Giornale intimo i pensieri, le gioie, le tristezze, i sogni, le agitazioni, le aspirazioni, i rimpianti, le speranze, tutte le vicende della sua vita interiore, tutti gli episodii della sua vita esterna, componendo quasi un Itinerario dell’Anima, ch’ella di tratto in tratto amava rileggere per averne una regola nel viaggio futuro e per ritrovar la traccia delle cose da gran tempo morte.

Constretta dalle circostanze a ripiegarsi di continuo su sè medesima, sempre chiusa nella sua purità come in una torre d’avorio incorruttibile e inaccessibile, ella provava un sollievo e un conforto in quella specie di confessione cotidiana affidata alla pagina bianca d’un libro segretissimo. Si lamentava de’ suoi travagli,