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Franco la strinse fra le braccia con passione sincera.

— Mai! mai! sarò io che lavorerò, non tu, amore.

Nel pomeriggio Maura telefonò a un agente di affari. Dopo una breve discussione, la vendita della villa, staccata dai mobili, fu definita. Essa aveva un valore di centocinquantamila lire. Lo strozzino, vista la fretta e il bisogno, fece grandi difficoltà, e l'ottenne per quarantamila. Un vero furto! Ma Maura aveva fretta, e, convinta di essere derubata, accettò. Senonchè il denaro non era pronto, non lo avrebbe riscosso che due giorni dopo. Un'agonia di due giorni! Nell'attesa, preparò i bauli, con la cameriera: vi mise dentro i suoi cento vestiti, la sua biancheria spumeggiante: trine, veli, nastri, spuma di merletti, la sua divina guardaroba davanti alla quale il grosso commerciante e il fortunato amante restavano ugualmente estatici d'ammirazione.

Di sera, un carro d'Agenzia trasportò questi bauli alla stazione, dove furono spediti per Roma.

Ma l'affarista tardava a portare il denaro. I due giorni erano passati, e la mattina del terzo egli non si era ancora visto. Maura tempestò al telefono. Ebbe una promessa vaga per il pomeriggio.