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destinate a conquistare una Capitale, e forse una Nazione: escono, come tigri reali dal fondo di foreste inesplorate, le donne di razza scelte per la gloria, le regine designate al dominio.

A Ferrara si conosceva Maura Demauris per una bellissima mantenuta. Nessuno, compreso il suo protettore, sospettava le possibilità del suo temperamento.

Maura aveva vissuto quella parte di giovinezza fra due unici poli: il primo amore — il solito primo amore al quale si danno le mammelle della verginità, e dal quale si prendono busse, lacrime e gravidanza — e la relazione con l'industriale Giglioli, dalla quale era venuta la ricchezza, il lusso e la solitudine. Quei due anni di vita quasi coniugale, senz'altra compagnia di giorno che la cameriera, e di notte, quella di un uomo non bello e che russava, l'avevano ripiegata in sè stessa, avevano assopito il suo temperamento, avevano chiuso accuratamente le sue affilate unghie di animale predace in folti manicotti di velluto.

Aveva vissuto, la cortigiana di provincia, in quell'appartamento elegante al quale nessuno riusciva ad iniziarsi, fedelissima, mitissima e grassoccia come una ben nutrita e ben custodita sultana. Ma poichè il maggior tempo lo passava nel boudoir, a complicare