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nascita spirituale nella quale la sua vita si sarebbe illuminata e liberata da ogni pesantezza. Cominciava ad accarezzare la speranza di risolvere il vecchio e doloroso problema dell'amore con questa forma di amicizia cristallina e superiore, fatta di prodigiose ascensioni, di rinverginimento totale.

Con le mani nelle tasche dello smoking, la sigaretta tra le labbra, lo sguardo distratto, prese posto in una poltrona di terza fila. Ma subito da un palco di prim'ordine si sentì chiamare. Si aspettava quella chiamata, sebbene non la desiderasse. Alzando gli occhi lentamente verso quel palco, egli vide la meravigliosa donna che, sbocciando come una sontuosa orchidea dal velluto del parapetto, gli sorrideva con grazia contenuta. E, attorno a lei, come i tentacoli di una medusa, dieci braccia movimentate gli accennavano di salire.

Egli s'inchinò leggermente, intravide appena quelle braccia, e fissando con meraviglia gli occhi della donna, riconobbe con un brivido lo sguardo «precursore», uno di quegli sguardi lunghi e parlanti nei quali è già contenuto tutto: il bacio definitivo, la gola rovesciata, il letto nella penombra, le lacrime di voluttà.

Egli fu «succhiato» da quello sguardo, dovette avviarsi verso il palco: fece i primi