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triottica o patriottarda alla vecchia maniera dell'êra cospiratoria, aveva diffuso sul corpo dell'Italia come un'atmosfera dissolvente da cui non avrebbe potuto uscire che il fenomeno del disfattismo, e, più tardi, del bolscevismo.

Ma il popolo italiano in grigioverde combatteva, e combatteva bene. Esso era già degno del suo destino. Solo che aveva bisogno di un'altra atmosfera morale, spirituale, politica. È quest'atmosfera che bisognava dargli. Franco ne sentiva l'imperiosa necessità, e meditava come e quando si sarebbe potuto pervenire a una radicale trasformazione della vita italiana, basandola su nuovi concetti, su nuove direttive, su nuovi sistemi di pensare, di agire, di sentire, di essere italiani. Trasformazione? Ma questa sarebbe una vera e propria Rivoluzione! A questa parola fremette.

Nel vecchio senso, rivoluzione è stata sempre sinonimo di disordine, di disgregazione, di anarchia. Da quella giacobina dell'89 fino a quella recentemente minacciata dal Socialismo internazionale, sgusciato fuori dagli ordini nazionali solo per il colpo datogli dai tedeschi, che avevano mostrato di farne una delle armi della Patria tedesca, tutta a danno altrui, quando si parlava di rivoluzione la s'intendeva contro la Patria, a