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di sangue, di eroismo, di sacrifici; l'unico concetto diffuso tra le masse: la coscienza di esser piccoli, di valer poco, di non contar nulla nel consorzio dei popoli, di esistere mercè la condiscendenza altrui, così che l'indipendenza politica partoriva la dipendenza morale, diplomatica, economica, concettuale.

E pure, un popolo allevato in quest'atmosfera di depressione, di umiltà, di pochezza, di scetticismo e di pessimismo, aveva già vinto ripetutamente sull'Isonzo e resisteva con ferma maschiezza sulle Alpi, osando l'inosabile là dove la guerra si presenta complicata dalle asprezze del terreno, dalle difficoltà di piazzare e di adoperare l'artiglieria ad altezze e per cammini impraticabili, dalla invisibilità dei bersagli, e dall'aver quasi sempre la posizione più bassa, mentre quella più alta è in mano al nemico fornito di uno degli eserciti più armati e più allenati d'Europa.

E allora? Allora il monito di questa constatazione era uno solo: che il popolo italiano, ben degno della tradizione romana, comunale, del Rinascimento e del Risorgimento, aveva mostrato una magnifica tempra sa cui si può ottenere qualunque miracolo; ma i suoi governanti, la sua classe politica, gli