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un sentiero in salita, a distanza di cinquanta metri. Chiamò. Quelli si voltarono, lo scorsero, si fermarono. E mentre l'ardito zoppicante si appoggiava ad un albero, l'accompagnatore balzò di corsa al suo fianco.

— Comandi, signor tenente!

— Dove andate?

— A raggiungere il Capitano.

— E dov'è il Capitano?

— Qui fuori: sullo spiazzo di Volto, di fronte al nemico.

— Abbiamo vinto anche oggi?

L'Ardito ebbe una lacrima al ciglio, e atteggiò il viso al più profondo dolore.

— Signor tenente, i nostri son quasi tutti morti. Restiamo in pochi, e il Capitano ci chiama tutti attorno a sè.

— Ma il Colle S. Osvaldo...

— Abbiamo dovuto lasciarlo, signor tenente, dopo averlo preso sette volte. Ora è finita; ma il colle non può tenerlo neppure il nemico.

— Bene, allora andiamo dal Capitano: lo riprenderemo l'ottava volta.

E Franco si appoggiò al braccio dell'Ardito che ritrovò l'altro compagno ferito, i tre raggiunsero, dopo pochi minuti di marcia, il trincerone di Volto. Qui uno spettacolo da epopea si presentò ai loro occhi.

Fuori del trincerone, sullo spiazzo fron-