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sarebbe stata tanto triste di non poter presentare ai suoi invitati la dolce nipote, la cui mano divina sapeva suscitare musiche prodigiose, la piccola artista di provincia, che le dame e i patrizi napoletani ardevano di conoscere, di ascoltare e di esaltare.

I primi ospiti giungevano nel pomeriggio tiepido e profumato, la fiumana si riversava attraverso ai salotti e nel giardino.

Si ballerebbe: — Sarebbe permesso? Veramente no: c'era la guerra. Lassù si moriva. Come si poteva pensare a ballare?

Ma ecco Ainardi che siede al pianoforte, sfrontatamente, e il primo one-step, martellato con un ritmo acerbo e furioso comincia a mettere in moto nervi, sangue e sensi.

— Volete una definizione del tango? — chiede Gigi Fregnetti alla sua ballerina. — È un ballo in cui la testa si annoia, e il resto si diverte.

Molti spruzzi di risate, molti veli agitati, molto francese, qualche primo assalto al buffet.

Ma la padrona di casa era molto seccata. Glorietta non arrivava, e gl'invitati ballavano. Due cose fuori programma.

Peppino Luppoli aveva preso di mira la magrissima signorina Lampina Lamponi stretta in una gran fasciatura di raso nero.

Sa poitrine! Mon dieu, ce ne sont pas