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di lasciarla sua erede universale: il che equivaleva a divenire una piccola milionaria.

— Mammina — disse Glorietta — dovrei separarmi da te?

— Sì, figliuola mia. Io mi adatterò. Mi sacrificherò per il tuo bene. Non pensare, non ti preoccupare di me. Va, va a Napoli. Che il cielo ti assista e che tu sia felice!

La partenza fu decisa per la settimana seguente.

*

Villa Noemi fioriva luminosamente a Posillipo.

La signora dai capelli tutti bianchi e dal sorriso ventenne, ne percorreva la stanza e il giardino per controllare la perfetta esecuzione dei suoi ordini.

Dalle prime ore del mattino i domestici erano impegnati ad appendere festoni di lampioncini giapponesi fra le piante del giardino, che si appoggiava alla montagna troppo soave di effluvi primaverili.

L'automobile di casa, fin dal mattino era andata alla stazione per portare Glorietta alla villa, ma la piccola ospite non era arrivata. E ora la festa preparata per lei, che doveva esserne la reginetta, avrebbe dovuto farsi senza di lei, e la vecchia signora canuta