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Cara amica,

Mi hanno chiesto se volevo rompere la monotonia della vita di caserma, troppo lontana dal fuoco, e andare a finire il mio corso nella zona di combattimento. Ho accettato con gioia. Parto, per la seconda volta volontario, straziato solo dall’impossibilità di rivedervi prima di entrare nel vivo della guerra. Voi mi avreste portato fortuna. Il vostro addio sarebbe stato un auspicio di buona sorte.

Pazienza! Bisogna attendersi tutti i sacrifici, esser pronto a tutte le rinunzie. È questa l’estetica della bella guerra. Mi segua, ora e sempre, il vostro dolcissimo sorriso di sorella. Oh se potessi farvi piangere, un poco, dolcemente! Vi bacio le dita adorandovi.

Franco.


Da Mestre, dove ebbe la prospettiva di fermarsi qualche giorno, potè telegrafarle un indirizzo, e ricevette da lei questo espresso, che baciò con commozione indicibile:

«Amico — poche parole, subito, per dirvi tutta l’angoscia, tutta l’ansia che vorrei vi penetrasse, vi portasse veramente il mio cuore! O amico mio, mio unico amico, voi partite sprigionando tanta luce e tanta bel-