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scolpita che imponeva l’ammirazione. Con quelle scarpe si poteva marciare alla conquista del mondo.

Il fucile gli sembrava una materializzazione dell’odio primitivo dell’uomo, una specie di feticcio di cui l’uomo si serviva per esprimere i propri istinti di violenza.

Tutte le cose utili, gagliarde, tagliate a linee decise, tutte le piccole e grandi cose che obbedivano a una volontà ed erano create ad un fine, lo interessavano, lo appassionavano, lo curvavano in una attenzione minuziosa, analitica. Il meccanismo della vita era un alfabeto nuovo per lui, era un motivo di studio intenso e di pronto assimilamento.

Vide che nel mondo esisteva un’anima cosmica che scorreva in tutte le sagome, vitalizzandole e unificandole. Tutte le cose sono legate fra loro, da una unicità di origine e di scopo. L’origine è la volontà di esistere: lo scopo è l’espressione della forza. Esprimersi con la maggiore intensità valorizzando tutti i propri caratteri, manifestando la maggior quantità di energia: ecco il fine di ogni vita, di ogni fiore e di ogni frutto del mondo.

Non è possibile che qualcuno non tenda ad esso: non è possibile che se ne ritragga senza aver fatto tutti gli sforzi per raggiungerlo: coloro che si uccidono, tendono pure a questa espressione di intensità, sostituendo una