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la prima volta nella mia vita. È il prima passo. L’ho compiuto con un’ebbrezza che voi certo comprendete. Mi sento l’anima di un apostolo. Non so di che cosa, ancora: la patria, la nazione? o l’umanità? o soltanto l’individuo, per la purezza della sua anima? Non indago. Quello che è certo, è che mi sono votato alla rinuncia. Per trasformarsi bisogna rinunciare. E per essere degno di voi, della vostra purezza, della vostra spiritualità affascinante, è necessario trasformarsi completamente. Io vedo ora la vita come un distacco supremo da tutte le pesantezze ingombranti, da tutto ciò che tira in basso, da tutto ciò che impedisce all’anima di svitarsi nell’infinito, nell’azzurro dei mattini immacolati. Incomincio a spogliarmi della mia avidità di carnivoro. Lascio ai rovi del passato la mia presuntuosa animalità, e mi slancio verso l’avvenire, vestito di una fiamma di purissimo martirio.

Vi manderò spesso il mio diario spirituale. Quante cose divine intravedo da questo istante! Arrivederci. Scrivetemi. Vi depongo ai piedi la mia felicità.

Franco.

*

— Arbace Franco.

— Presente.