Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/148


— 146 —

Franco le chiuse le labbra con un bacio.

— Taci. Oggi si muore per ben altro!

La baciò di nuovo, le carezzò i capelli bellissimi, sui quali la «ondulation-Marcel» sconvolta aveva dei lampi tragici in quel momento, e le rimboccò le coperte.

— Parti, già? – chiese la donna con ansia.

No, non subito. Esco un momento. Tornerò ancora a salutarti.

Lasciò tutto il suo denaro nella borsa di Maura. Diede ordine alla cameriera di telefonare al medico di casa. Baciò una volta ancora Maura sui capelli. Poi uscì. Non tornò più. Qualche ora dopo, sul malinconico treno di provincia che lo portava a Spoleto, Franco, guardando il sole che moriva all’orizzonte dalla parte dov’era Roma, pensò che quella fase della sua vita era proprio finita, e davanti a quel tramonto violaceo come il veleno di Maura, egli che stava per divenire un uomo nuovo, si lasciò scivolare una lacrima.

*

Alla Signorina Glorietta Crimi
Via Palestro

Ferrara.

Sono giunto stanotte a Spoleto, cara amica, ho dormito in una stalla, su della paglia. È