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mente a passeggiare in pigiama nelle nostre stanze....

— Ma tu! proprio tu, no! non voglio! non voglio!

— Mia cara, ragiona, ti prego. La guerra prende tutti, travolge tutti. Non è possibile restarne estranei, non è possibile costruire tanti singoli egoismi in un avvenimento grandioso che si estende a tutta la razza. E poi, tu, proprio tu dovresti essere orgogliosa...

— Ah non dire! non dire! Io non aspiro all’orgoglio di mandare alla morte l’essere che adoro.... No, piuttosto morire anch’io, ma rinunziare a te, mai!

— Eppure, bisogna che ti rassegni...

– Ah sì? dunque è deciso? Ah sì? tu partirai? Ebbene, senti: tu mi conosci. Tu sai quanta forza di volontà, quanta energia io possegga. Se tu parti, Franco, ti giuro che mi faccio stritolare dal tuo stesso treno.

— Ma andiamo, sei pazza! che ti salta in testa? Ma se tutte le amanti e le mogli dei nostri soldati avessero fatto così, davanti ai treni si sarebbe formata una montagna di cadaveri: e invece.....

— Io lo faccio.

— Ma no...

— Bada! Non mi tentare. Non mettermi alla prova. Mi conosci.

Franco cominciò a impazientirsi.