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— Nulla — rispose.

— Ma qui risulta che sei affetto da nevrosi cardiaca.

— Sì, una volta, quando fui di leva. Ora sto bene.

— Ci tieni a fare il guerriero?

— Sì.

– E allora vai. Tanto peggio per te.

E lo congedarono con un sorrisetto ironico di scettici consumati.

Quella balordaggine lo disgustò. Gli parve che avessero macchiato con una manata di fango il vestito nuovo di luce che aveva la sua anima.

Dichiarato «Idoneo» tornò al Distretto, dove fu avvertito, che la sera del quarto giorno, alle sette e mezza, sarebbe partito per Spoleto.

Questa notizia piena di immediatezza, lo rese giubilante. Finalmente il sogno cominciava a concretarsi. Egli stava per partire, per liberarsi, per uscire finalmente dal suo mondo stanco e vuoto, per disfarsi del suo passato meschino e vigliacco.

Quando lo sentì rientrare, Maura, per uno di quegli avvertimenti misteriosi che hanno le donne radicalmente votate ad un solo uomo, gli corse incontro e lo interrogò affannosa:

— Perchè, perchè hai tardato tanto?