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la sua carriera erotica, aveva formulato un concreto programma di conquiste, che non era se non la realizzazione pratica del suo caratteristico temperamento, risoluto come un assioma. Non bello, ma simpaticamente virile, ricco di energia muscolare e di energia nervosa, che si equilibravano in lui con un’armonia non comune, elegante, intelligente, spiritoso, gaio e profondamente ottimista, egli si era giudicato subito con precisa intuizione «un maschio che aveva bisogno di molte donne per non amarne nessuna».

Esuberante e nello stesso tempo egoista, vedeva nell’«amore» una limitazione, un impoverimento del piacere (che per lui consisteva nella varietà e molteplicità), qualcosa come una legalizzazione del desiderio, un modo di arginare e stereotipare l’attività voluttuosa. Per conseguenza nell’eseguire il suo piano di vita, tutte le volte che ad uno svolto dei sensi si trovò ad inciampare nel sentimento, questo temuto nemico, seppe prontamente evitare con un abile sterzo il pericolo della sconfitta.

Si circondò di donne, di ogni tipo di ogni capigliatura e di ogni bellezza, ne tenne costantemente attorno a sè una collana brillante, i cui vuoti, dovuti sopratutto alla vigile volontà, non tardava a rimpiazzare con elementi nuovi.