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ieri che non può più aiutarmi. Bisognerà lavorare.

Maura ripetè come trasognata:

— Bisognerà lavorare.

Poi pronta:

— Sì, ma intanto...

— Intanto... crepare di fame.

— Ebbene no: vendo i miei gioielli.

— Sei pazza!

— Li vendo.

— Ma neanche se fossi all'ultimo centesimo.

— Li impegno.

— Peggio che mai. Ricordati che dal momento che io non posseggo più nulla, ho giurato di non dividere più un soldo che sia tuo.

— Stupido orgoglio!

— È così.

— Lasciami fare.

— Mai! Se vuoi, fai pure. Ma a patto di separarti da me.

— Bella trovata!

— Ti assicuro che non scherzo.

— Bene... allora... lasciami riflettere.

Nel pomeriggio Maura uscì. Prese il tram a S. Basilio, e scese a Piazza Quadrata. Un po' di polvere sul Viale dei Parioli, e finalmente fu annunciata alla Roma Film.

Mario, con le mani sporche, il camiciotto di lavoro, e il solito ciuffo penzoloni sulla