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scaramucce. 61

— «Mi abbandonate ora che mi sento meglio?» chiese miss Davenne alquanto impermalita all’aspetto.

— «No, per tutto il mondo,» rispose vivamente il Dottore; «ma ho a fare una visita in luogo distante da qui alcune miglia; l’ho ritardata per questi due ultimi giorni, nè posso ritardarla di più.»

— «Un momento, dottor Antonio,» disse sir John tanto sollevato che il suo buon umore riapparve manifesto; e con un desiderio istintivo, comunissimo all’umana natura, di far cosa grata allo stesso uomo cui aveva preparato una grossa mortificazione; «potete darmi notizia del povero postiglione?»

— «Di Prospero?» replicò il Dottore assai sorpreso; «sta male abbastanza, ha una febbre intermittente.»

— «E pericolosa?» chiese Lucy.

— «Pericolosa no,» fu la risposta, «ma tale da inchiodarlo probabilmente in letto per varie settimane; — tristissima prospettiva, miss Davenne, per chi non ha da guadagnarsi il pane che col lavoro delle sue braccia, che ha di più altri sulle spalle da mantenere.»

— «È ammogliato Prospero?» domandò la signorina.

— «Ancora no, ma ha una madre e un fratellino che mantiene; perchè il povero Prospero è miglior figlio e fratello che non postiglione. — Ma vi devo lasciare; perciò state bene e a rivederci.»

— «Papà,» disse Lucy quando il suono de’ passi del Dottore più non si sentì: «voi non vi opponete, n’è vero? se io mando un po’ di danaro a questo pover’uomo? Il dottor Antonio lo rappresenta di sì buon carattere.»

Sir John ritenne un’esclamazione di compiacenza, che gli era venuta alle labbra a quella proposta che contentava il paterno orgoglio nella calorosa compassione della figlia, e conciliava le ispirazioni del suo cuore, realmente benigno, con quelle idee stravaganti di dignità, innanzi al cui tribunale ogni soave impulso era una debolezza. Fatto sta che sir John, sia detto a sua lode, sentendo la disgrazia del povero Prospero aveva incominciato a pensare al come adoperarsi per mandargli un po’ di danaro senza mostrarsi proprio lui. Ora la proposta di Lucy era più che meglio egli potesse desiderare. Prospero avrebbe avuto il danaro; e sarebbe stato il fatto di lei, non suo; così, con istudiata noncuranza, rispose: «Voi potete farlo, se volete, mia cara; benchè non gli si debbano grazie, perchè non ci ha rotto il collo. Comunque, questa non è ragione che sua madre debba soffrire. Mandate il danaro alla povera vecchia, che merita certo compassione per avere un figlio così senza cervello.»