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rale la parte del Re cittadino. Era vestito semplicemente di nero; senza la gran croce di san Gennaro, la cui fascia portava a tracolla, e senza il rispetto mostratogli, si sarebbe potuto prendere per uno degli ospiti, e non dei meglio appariscenti. Alto, colle gambe lunghe, la testa piccola, i capelli grigi e di vista corta; con poco di prevenente o d’imponente nella sua persona, eccetto ciò che doveva al suo ritto portamento e alla deliberata andatura; Ferdinando II aveva piuttosto l’apparenza di un uffiziale anziano di cavalleria in ritiro, che di un Re di trentotto anni.

Pure lady Cleverton lo guardava con piena ammirazione. Tutto ciò che aveva udito dire dal dottor Antonio di Ferdinando, e della sua razza, in quel momento era dimenticato; e le ombre gittate sulla sua fronte da tristizie antecedenti, sparivano agli occhi di lei nell’aureola di popolarità che cingevalo come capo delle riforme; — Principe che filosoficamente aveva ceduto alla voce della pubblica opinione; — Principe che aveva paternamente esaudite le preghiere del suo popolo. Non meritava forse benedizioni e gratitudine chi aveva sparsa la felicità da per tutto in un regno intero?

Ma il giovane diplomatico, che le serviva da Cicerone, non voleva abbandonarla alle sue riflessioni solitarie.

— «Guardate que’ due signori,» dissele, «fra i quali passeggia Sua Maestà: quello a sinistra del Re è Bozzelli, Ministro dell’interno, pur jeri emigrato; l’altro col capo grosso, arruffato e statura mezzana, è Carlo Poerio Ministro della Pubblica Istruzione. Tutto quello che si sa sul conto loro, è che sono entrambi avvocati, ricchissimi di facondia, e sono stati spesso imprigionati per accuse politiche, che non poterono bensì esser provate. E ora eccoli qui l’entusiasmo di Napoli, e riputati le due grandi colonne del Ministero.»

Quel signore dal diplomatico nominato Poerio, attirò grandemente l’attenzione di Lucy. Egli aveva la fronte potentemente ampia, come quella tanto ammirata del dottor Antonio; l’occhio chiaro e nitido della gazzella, e il labbro sottile e fortemente serrato, che dava chiaro indizio di volontà invincibile.

— «Quel giovane sottile, dai capelli biondi, pensieroso all’aspetto,» continuò il diplomatico, il quale, pur di parlare, non si curava molto di essere o non essere ascoltato, «è il professor Settembrini, editore di uno de’ principali giornali, un utopista solenne. Doveva avere un portafogli; ma, credo, qualcuno facesse opposizione contro di lui, per la sua troppo giovanile apparenza. Tuttavia potete tener