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antonio impegna la sua fede. 235


plici congetture. Un cuore umano è una matassa di fili impercettibili, e così sottilmente intricati, che anche il proprietario non sa spesso come si fare per dipanarla, e probabilmente questo era il caso di Antonio. Che un uomo della sua discrezione, delle sue temperate abitudini di animo; e di più, apprezzatore di fatti quale lo abbiamo conosciuto; volente e cosciente si desse a fabbricar da temerario castelli in aria, è un’ipotesi che non possiamo neppur per un istante ammettere. Chè la fantasia — quella fata insidiosa — non lo possa avere anche sorpreso inavvertito, e non abbia su di lui esercitato qualche incantesimo, noi non lo giureremmo. Antonio era, alla fin de’ conti un uomo, e sofferente, a quel che pareva, di una malattia comune all’umanità; la quale, a quel che si dice, attacca gli organi della visione mentale. Inoltre ci son ore nella vita — e fra le altre denunciamo quella traditrice del crepuscolo — in cui la mente meglio costituita non è al sicuro contro l’incanto della immaginazione amorosa, e in cui le cose più impossibili, non solo pajon possibli, ma anche agevoli. Quando cessato una volta il parossismo, un uomo fa il meglio che può per ajutar la ragione a riprendere il suo dominio, ha fatto tutto ciò che, a nostro giudizio, potevasi ragionevolmente aspettare da lui. E chi può dire che non fossero que’ momenti pensierosi e taciturni di Antonio, la intima operazione di una mente occupata a sbandire da sè gl’ingannevoli fantasmi evocati dalla fantasia in un’ora malaugurata?

Ma è tempo che riprendiamo il racconto.

— «Conoscete lord Carnifex?» domanda una sera Antonio a sir John, essendosi miss Davenne già ritirata nella sua camera. La domanda fu fatta con aria presumente a disinvoltura, che si vedeva bensì affettata.

— «Benissimo,» risponde sir John: «è un parente lontano della famiglia di mia moglie. Che c’è di nuovo a suo riguardo?»

— «Ho letto nel vostro giornale di stasera un paragrafo intorno a lui e alla sua figlia più giovane. Eccolo,» continuò prendendo il giornale da un tavolino dietro a lui, e porgendolo a sir John, che lesse forte:

«Romanzo nell’alta società. — Trattenemmo i nostri lettori, poco tempo fa, di una sciocca scena avvenuta in Firenze, nella quale miss Francesca Carnifex, figlia minore del nobile lord di questo nome, e un giovine pittore romano, rappresentarono le parti principali. La scena da noi raccontata si protrasse alla lunghezza di una commedia in due atti; e proprio come Madonna Spasimante avrebbe