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incontrò bravamente la sua morte, e la sua caduta fu dichiarata mirabile dai conoscitori. Lucy, in tutto quel tempo, ebbe il piacere di godersi una duplice rappresentazione; e delle due, quella data sul palcoscenico non era la più interessante. A traverso di una fessura nel tramezzo di legno che divideva i due palchi, ella e Antonio potevano osservare nell’aspetto di Battista tutto il crescendo di terrore dipinto in viso al giovanotto, quando vide il re cercare il suo pugnale e provarne la punta, — «È per uccidersi?» domanda tutto commosso a Speranza. Quale balzo fece, e come gli si rizzarono proprio i capelli quando sentì vicino il suono dei passi dello spettro supposto nella tomba reale; e quando Aristodemo, fuori di sè a quel suono, si cacciò in quel punto il pugnale nel cuore!

La scappata di piccioni, che tenne dietro alla tragedia, provocò un incidente che accrebbe maggiormente la piacevole agitazione onde è accompagnato d’ordinario quel bello spettacolo. L’ingegnoso Pistacchini avea preparato, a suo credere, una piacevole sorpresa agl’intervenuti inglesi e al pubblico. Essa consisteva in un piccione, il quale, legato con un congegno a due cordicine tese a traverso il Teatro sino al davanzale del palco occupato dagli stranieri, doveva andare come da sè a portata di essi. Per non so quale impedimento, l’augello così lanciato compiè solo a metà la sua corsa aerea; e fermandosi a mezza via, restò appeso col capo all’ingiù in atto veramente compassionevole. Eccitò quella disgrazia un clamoroso fremito; tutta la platea si alzò a un tratto in piedi; i più entusiasti salirono sui banchi a braccia levate tentando invano di arrivare al piccione, mentre un grido universale chiamava fuori l’impresario. Pistacchini tosto si presenta, armato di una pertica; e saltando dal palco in platea, procura di spingere il povero uccello vicino a Lucy, tanto che Antonio lo potè sciogliere, e darlo, fra un tuono di applausi, in mano alla giovane inglese.

Terminata questa piccola aggiunta al trattenimento, che non trovavasi nel programma serale, Lucy uscì a far visita alla Marchesa, per ringraziare la nobil donna dell’averle ceduto il suo palco: «Con isquisita gentilezza,» disse miss Lucy, «perchè senza dubbio procurava la miglior veduta sul palcoscenico.» Parlò indi con tanta grazia della bellezza del palazzo e dell’eleganza del teatro, che lasciò la vecchia matrona altamente prevenuta in suo favore.

Dopo aver sofferto i prolungati terrori della tragedia, Battista si sarebbe potuto credere di aver diritto a qualche indennità per parte dell’impresario; e se così era, cer-