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piccole scoperte. 101

— «Quale stranezza! — un fiore!»

— «Nè più nè meno,» disse Antonio: «è un fiore che vi rappresenta una parte non mai toccata ad una eroina.»

— Voi eccitate la mia curiosità,» disse Lucy, «Ditemi qualcosa intorno a questa Picciola

— «Il fondamento del romanzo non è altro che questo. L’eroe, proprio uno scettico come quello al quale facevate allusione, si mischiò in non so quale cospirazione contro Napoleone I, e fu per questo motivo imprigionato nella fortezza di Fenestrelle. Chiuso fra le quattro nude pareti della sua prigione, privo di libri, penne e inchiostro, e di qualunque umana relazione, eccetto quella del suo carceriere; al povero prigioniero non era data altra ricreazione se non quella di un’ora di passeggio nel cortile interno del castello. In una di quelle quotidiane passeggiate su e giù pel tetro cortile, il suo occhio scoprì a caso una minuta verzura che cercava aprirsi la via fra due pietre. Ogni dì tornando, vedeva il progressivo crescere della pianta, e il suo difficil combattere per la esistenza. Egli vi si interessò; e il suo interesse a grado a grado crebbe sino a divenir passione. Le misteriose meraviglie della vegetazione colpiscono la mente e il cuore del materialista; e l’umile fiorellino diviene il veicolo per cui si solleva gradatamente al concetto di una causa prima. Picciola — tale è il nome dato alla pianta — per dirla in breve, è il missionario che converte quello scettico blasé del mondo in un credente.»

— «Davvero, è una bella storia,» disse Lucy. «Mi propongo provvedermi del libro, se volete scrivermene il titolo. E il nome della pianta che ha operato tanto miracolo?»

— «L’eroe del romanzo, dicesi, non potè mai scoprire il nome botanico di questo fiore prodigioso.»

— «Che disgrazia!» disse Lucy. «Sarebbesi potuto desiderare fosse stata una violetta, o un non-ti-scordar-di-me, o... A proposito, dottor Antonio, tra i fiori che mi avete portato, non c’è stato mai un non-ti-scordar-di-me. Ne crescono in Italia?»

— «Sì, in gran quantità.»

— «E non me ne avete mai portato?» disse Lucy in tuon di rimprovero. «Perchè non l’avete ancor fatto?»

— «Perchè, non so,» disse Antonio sorridendo, ma con un’ombra d’imbarazzo; «forse pensava che non aveste, vedendomi tanto spesso, bisogno alcuno di ricordarvi di me.»

— «Una presuntuosa, cattiva ragione,» rispose Lucy bruscamente. «Non vi consiglierei a contarci troppo.»