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piccole scoperte 99

— «Mi fa bene al cuore,» disse Lucy, «il vedervi una volta entusiasta.»

— «Tiratemi a questo argomento delle bellezze della natura, quando che sia,» replicò Antonio sorridendo, «e vedrete.»

— «Così rispondeste con un rifiuto?»

— «Sicuramente, e senza la menoma esitanza.»

— «Fu proprio atto degno di voi,» sentenziò Lucy, nella quale cresceva l’attenzione e il rispetto per il narratore ad ogni particolarità che ponesse in più viva luce la nobile semplicità della sua mente.»

— «La mia seconda grave avventura nella vita,» continuò l’Italiano, «è di natura così nuvolosa, che non so come spiegarvela. Era vacante una cattedra supplementare di anatomia nell’Università di Torino. Doveva esserci un concorso. L’attual professore primario, alquanto a me amico, mi diè avviso di presentarmi come uno dei concorrenti. A far ammettere il mio nome nella lista dei candidati mi sarebbe bisognato spedir di nuovo una petizione per ottener dispensa da una delle condizioni richieste — cioè da quella della nazionalità sarda. Ne aveva già fatta una, ed era stata più che bastante per me. Così ringraziai il mio amico, e la cosa finì in tal modo.»

— «Questo andò troppo male,» disse Lucy in tuon di rimprovero.

— «Voi dite così non sapendo cosa voglia dire petizione in questo paese,» rispose Antonio. «Uno è costretto ad usare un formolario apposito, abbiettissimo, e il cui linguaggio è meno quello di uomo ad uomo, che di schiavo al suo aguzzino. Lo stesso nome dell’atto, una supplica, mi fa venir male. No, no, non scriverò mai un’altra supplica, neppur per salvar la mia vita.»

Due giorni dopo questa conversazione era il 23 aprile. Quando Antonio recossi a far la sua visita, trovò tre immensi mazzi di fiori, del diametro di venti once almeno, accomodati alla genovese, e legati a stecche lunghe due piedi, vicino al letto di Lucy. Rosa e Speranza, non contente di preparare ciascuno il suo, ne fornirono uno a sir John perchè lo presentasse a sua figlia. — «Guardate — guardate! dottor Antonio,» sclamò Lucy com’egli entrava in camera, indicandogli quella magnifica mostra di fiori.

— «Ve ne auguro molti felici di questi giorni!» cominciò l’Italiano. «Conobbi di non poter in alcun modo competere con Rosa e Speranza, e però non vi portai mazzolino, ma un sol fiore molteplice in sè stesso;» e così dicendo stese a Lucy un ramoscello di pesco in pieno fiore, che teneva nascosto dietro le spalle.