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anche irreparabilmente, nel disfare e ammendare ciò, che la mano improvvida e presuntuosa dell’uomo dell’arte operò. Questo argomento terapeutico adunque non potrebbe acquistare validità logica, che stabilito sur una moltitudine e varietà grande di casi, e messo a riscontro con un metodo opposto di cura, o col metodo così detto espettante.

Già diceva, come i sintomi del periodo di reazione mi addimostrassero specialmente indole dissolutiva; mi convien provarlo. E primieramente gli atti della circolazione sanguigna mi apparivano ordinariamente infievoliti, per singolare lentezza e cedevolezza, e talvolta per la intermittenza del polso. Vero è, che la buona arte sfimmica insegna a considerare le qualità de’ polsi in ragione delle loro origini possibili; che il difetto di azione non sempre risponde a difetto di potenza; e che polsi siffatti sogliono talvolta appartenere anche alla encefalite e meningite, stati morbosi di cui più si sospetta nel periodo di reazione cholerica: ma nè la qualità, nè il modo d’insorgere, nè le pertinenze tutte degli altri fenomeni ebbero forza d’indurmi ad accogliere un tale convincimento. La semplice congestione encefalica passiva, che fu epifenomeno frequente in questo stadio, in soli due casi mi parve evidente, si elevasse a vera flogosi meningo-encefalica; poichè il polso mantenne costante durezza e frequenza, la cute fu sempre arida, i fenomeni encefalici prevalsero per intensità e durata su’ fenomeni gastroenterici (mentre il contrario avverossi sempre nel rimanente), e i miseri infermi perirono in mezzo al più scompigliato disordinamento delle facoltà sensitive e intellettuali.