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oculatezza e moderazione, che forse parrà soverchia a chi crede scorciatoje i precipizii, ma non a chi intende battere la via maestra della verità.

Ma alla fine mi sarà pur dato il raccontare un fatto, il quale rivela così chiaramente e incontrastabilmente l’azione del contatto, che anche il mio epidemista dovrà inchinar la testa e accettarlo, ove non voglia perdere il bene dell’intelletto. Torniamo a quel Poldino Messeri d’anni quattro, che staccato dalla madre malata, e poi riportatole, dopo due giorni ammala e muore di cholera fulminante. Qui certamente la età del bambino allontana ogni sospetto di paura o d’altra forte impressione; e poi egli avea mantenuto brio e fierezza consueta fino all’istante, in cui fu colpito dal male. Sicché in tal caso nessuna predisposizione inerente alla costituzione organica, perchè il bambino era sano e vegeto oltre ogni dire, figlio di onesti braccianti, e perciò se non agli agi, certo neanche avvezzo agli stenti; qui nessuna causa occasionale psichica dietetica, o d’altra specie, tranne il contatto; qui nessuni prodromi: quando a un tratto fu preso da diarrea e vomito immoderati, le belle e tenere membra rimasero assiderate e illividite, li occhi sì vispi e vivaci che erano divennero fondi smorti e avvizziti, e il viso come tutto il corpicciuolo in un fiato atteggiossi cadavere.

Conchiudendo adunque sulle cause del morbo cholerico in Barberino, è a dire; come fra le predisponenti meritino peculiar considerazione il temperamento venoso, il clima umido, lo scarso e malo nutrimento a fronte d’una vita affaticata e grama; come gravissime ci appajano le esalazioni di materie putrescibili e le comuni cause cosmiche


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