Pagina:Il canapajo di Girolamo Baruffaldi, Bologna 1741.djvu/27

20 DEL CANAPAJO

Che Zucche non allignan, perchè suole
150Tal misturata terra aver tal forza
Di tal frutto produr pregnante, e idropico.
Che se soverchio è poi leggiero, e dolce,
E d’infeconda, inutil sabbia misto,
Come del fiume l’arenoso letto,
155Non l’amar già, perchè da se non vale,
Quando d’un gran sudor tu non l’impingui.
Sallo per pruova il misero contado
Di Bologna, colà dove s’accosta
All’incostante, ed arenoso Reno,
160Che squarcia spesso i suoi ripari, e tutta
Versa la torbid’ira in su quel piano.
E ’l sappiam noi, che alla sinistra sponda
Piantammo (nè so mai per qual destino)
A questa furia il nostro suol soggetto.
165Quanti, già tempo, eran fecondi campi,
D’erbe, e di biade ricchi, e in un d’Armenti,
Non che di Piante, ed or di muti pesci,
E di palustri giunchi, albergo sono.
E’ ver, che spesso, col mutar pendio,
170Muta il suo corso, e in arido trasforma
Quel primo letto; ond’abbiam qui Ren vecchio,
Corpo di Ren, Renazzo, e la Guadora,
Cason di Reno, Ramedello, il Dosso,
E a Panar presso, il vecchio Casumaro
175Dalle ben radicate annose Roveri,
(Che forse Quasi mar disser gli antichi,
Perchè il Ren, quasi mar, tutto inondava)
E pur oggi son terre asciutt–erbose,
Dove ogni ben di Dio germina, e nasce,
180Dacchè ’l Ren torse ’l precipizio altrove.
Ma l’arena deposta, per cui sono

Palu-