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IL BUON CUORE 147


C’erano, però, anche delle scommesse intelligenti, conte quella di Bismarck stesso sui destini della Germania. «Scommisi — raccontava Bismarck durante la guerra franco-prussiana — con un Americano, Coffin, che fra venti anni la Germania sarebbe unita... Fin d’allora io avevo il pensiero e la speran- • za dell unità tedesca, q’uantunque in quel momento fossi nemico di coloro che la volevano». Lc bravate e le birichinate degli studenti davano occasione a frequenti processi che venivano discussi davanti al giudice universitario. Bismarck, il quale era diventato uno dei capi dell’Hannovera, in seguito ad una interminabile lite fra varie associazioni studentesche, fu processato insieme con molti altri e punito con quattro giorni di prigione, nonchè colla • minaccia d’espulsione, consilium abeundi, qualora avesse preso parte ad un’associazione che non. fosse stata autorizzata. Un’altra volta Bismarck fu condannato a dieci giorni di prigione per aver fatto da padrino in un duello pila pistola; egli scontò questa condanna nella prigione universitaria, e nel Museo municipale di Gottinga si mOstra ancora una vecchia porticina. sulla quale si vede intagliata l’iscrizione: V. Bismarck Han. (Hannovera) XI D. 1832, che si dice sia stata tracciata da Bismarck, ma della cui autenticità si ha ragione di dubitare. Oltre a queste condanné alla prigione, Bismarck ne dovette subire parecchie altre, fra le quali una multa di alcuni talleri per aver fumato pe-.- istrada. Egli aveva acquistata una tale fama di studente scapestrato e spadaccino che se ne parlava anche in altre Università, e una volta che era stato invitato a una festa di suoi camerati di Jena, il Senato accademico di quella Università si affrettò a mandarlo via, considerandolo come un individuo pericoloso. Senonchè quella vita spensierata e vuota non poteva durare a lungo: Bismarck doveva pensare a dare gli esami per entrare nella diplomazia., e dopo tre semestri decise di sua spontanea volontà di partire da Gottinga per riguadagnare il tempo perduto e per cambiar vita. Egli partì da Gottinga alla metà di settembre del 1833; nel certificato che gli fu rilasciato, non senza difficoltà, dal rettore dell’Università, sono registrate, fra altro, le sue numerose condanné, e quando egli si presentò all’Università di Berlino, dovette quasi subito entrare nella prigione per scontare sei giorni di cui era rimasto debitore verso l’autorità giudiziaria accademica. I tre semestri di vita scapestrata che Bismarck passò a Gottinga non furono, però, impiegati da lui unicamente a bere, a battersi in duello e a divertirsi; egli visse durante quel tempo in un’atmosfera che esercitò sopra di lui una certa influenza; e se poco studiò il giure, si.occupò abbastanza di letteratura e lesse Goethe, Schiller, Uhland e Chamisso, e imparò anche a conoscere e ad ammirare il sommo Shakespeare. Inoltre i suoi amici americani gli parlarono di

usi e costumi nuovi, e gli aprirono la vista su di un mondo che fino allora era rimasto chiuso per lui. Durante quel tempo egli fece anche non poche escursioni e dei viaggi, arrivando probabilmente fin nella Svizzera, e frequentò persone appartenenti a varie classi sociali e di varie opinioni. Il suo soggiorno a Gottinga modificò anche le sue idee politiche: appena arrivato, gli amici americani, coi quali entrò in relazione e coi quali festeggiò, il 4 luglio 1832, l’anniversario della dichiarazione sk. indipendenza degli Stati Uniti, lo confermarono i’ffile idee liberali che egli aveva recate seco, dal salotto di sua madre; ma nell’aristocratica Hannovera, in compagnia di altri figli di gentiluomini, le sue idee subirono una mutazione, e oltre a imbeversi di devozione verso la famiglia degli Hohenzollern, egli prese in orrore tutte le tendenze nuove dei liberali tedeschi. Partendo da Gottinga, egli non portava seco un grande bagaglio di cognizioni giuridiche, ma portava un notevole corredo di audacia nello sfidare la vita e di idee autoritarie prussiane. La vita ch’egli doveva poi condurre a Berlino e nella campagna di Pomerania non fece che rafforzare (mesti tratti del suo carattere e queste sue idee politiche.

Religione


Vangelo della quinta domenica dopo Pasqua

Testo del Vangelo.

Disse il Signore Gesù a’ suoi discepoli: In verità in verità. vi dico, se alcuna cosa domanderete al Padre in nome mio, ve lo concederà. Fino adesso non avete chiesto cosa alcuna in nome mio: chiedete, e otterrete affinchè il vostro gaudio sia completo. Ho detto a voi queste cose per via di proverbi. Ma viene il tempo che non vi parlerò più per via di proverbi, ma apertamente vi favellerò intorno al Padre. In quel giorno chiedete in nome mio: e non vi dico che preg4e4ò io il Padre per voi; imperocchè lo stesso Padre vi ama perchè avete amato me, e avete creduto che sono uscito dal Padre. Io sono uscito dal Padre., e sono venuto nel mondo; abbandono di nuovo’ il mondo e vado al Padre.. Gli dissero i suoi discepoli: Ecce che ora parli chiaramente e non fai uso di alcun proverbio. Adesso conosciamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi; per quew sto crediamo che tu sei venuto da Dio. (S. GIOVANNI Cap. 16).

Pensieri.

Gesù Cristo, sul punto di abbandonare gli Apostoli, ledendoli mesti e abbattuti, centuplica i mezzi per consolarli. Uno dei mezzi di maggior conforto che biti ricorda ad essi è la preghiera; la preghiera