Pagina:Il buon cuore - Anno XI, n. 36 - 7 settembre 1912.pdf/1

Anno XI. Sabato, 7 Settembre 1912. Num. 36.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Religione. —B. R. Vangelo della domenica seconda dopo la Decollazione — Congresso Eucaristico di Vienna.
Necrologio. —L. Vitali. Il cav. dott. Lorenzo Brera — C., Don Andrea Pedoja.
Educazione ed Istruzione. —C., Da Bellano a Taceno
Società Amici del bene. —Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Religione


Vangelo della domenica seconda dopo la Decollazione



Testo del Vangelo.

Diceva il Signore Gesù a’ suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi vestiti da pecore, ma al di dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si coglie forse uva dalle spine, o fichi dai triboli? Così ogni buon albero porta buoni frutti; e, ogni albero cattivo fa frutti cattivi. Non può un buon albero far frutti cattivi; né un albero cattivo far frutti buoni. Qualunque pianta che non porti buon frutto, sarà tagliata e gettata nel fuoco. Voi li riconoscerete adunque dai frutti loro. Non tutti quelli che dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno de’ cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, questi entrerà nel regno de’ cieli.

S. MATTEO, Cap. 8.


Pensieri.

L’avviso amoroso di Gesù di guardarci dai falsi profeti ci suggerisce per vero quanto debba essere nostro impegno e come dobbiamo preoccuparci d’essere ben amici del vero profeta: vale a dire di colui che ci parla — così si deriva dalla parola profeta — la verità nell’ordine delle idee, e la giustizia nel campo sereno della pratica azione della vita.

E ciò perchè?

Oh! Gesù, sa Egli solo, quale tesoro sia la verità e la giustizia. Per vero: in cento luoghi promette ai suoi seguaci — solo grande, solo vero e più ambito premio
— il possesso della verità, di questa forza spirituale, immateriale che ci farà liberi! Dio mio! qual cosa è mai la verità? Essa è la luce che ci avvisa dell’inciampo nel cammino della vita: luce che ne guarda dai traviamenti, dai pregiudizi, luce che dà gioia, che dà piacere, che ci fa vivere in un ambiente sereno di pace, di quiete fuori, fuori dalla tristezza d’una lotta — come la terrena — di dove vinti o vincitori tutti si ritirano vinti ed esausti.

E la giustizia? Essa è il premio — senso infinito ed inenarrabile di bontà e pace celeste — che segue l’uomo giusto. Il giusto vive appresso a Dio nel miglior rapporto: Dio esso scorge nel suo prossimo, Dio in sè e Dio si fa vicino al giusto, intorno a lui gli piove un’onda di gioia, la luce del vero, il piacere della carità, lo squisito del sacrificio, e dai fiori come dai lutti della vita gli fa sentire un sapore di gioia di paradiso!... Chi ci dà il vero, chi ci dice — temperando le esagerazioni del nostro essere — il giusto, quegli solo è il vero, il solo profeta: ci è dunque il solo, il vero amico, quell’amico che la Scrittura chiama tesoro.

Dove sono allora i falsi profeti, quei profeti contro i quali Gesù ha — pur nella sua mitezza — parole e frasi così forti e vibrate!?

Gesù non può tollerare indugi, transazioni quando si tratta dei diritti della verità e della giustizia: dimentica d’essere mite quando sente il bisogno di scagliarsi contro i vili, che usurpando ciò che non hanno, o tradendo una santa missione di verità e giustizia, del vero e del santo hanno fatto maschera ai loro turpi fini ed opere nefande. Per costoro guerra implacabile! contro di questi il sospetto, la diffidenza ed in guardia!

Ma come scoprirli se ci si presentano non già come lupi rapaci, ma nascosti sotto il pelo d’agnello timido, mansueto, innocente?...

Non vorrei fosse la frase di Cristo applicata alla forma esteriore del profeta, per quante alle volte la parola di Cristo possa anche applicarsi materialmente: quante volte una mentita pietà, una esagerata manifestazione religiosa, una vernice di bontà non ha fatto la fortuna d’un falso profeta!... Molti ingenui — eterni bambini — contenti e soddisfatti d’una certa quiete