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348 | il buon cuore |
Ora una restaurazione del carattere nazionale della musica, secondo le intenzioni del Comitato di recente formazione, vorrebbe dire, mi sembra, un ritorno all’antico, e questo ritorno può essere anche inteso in due modi.. Una educazione musicale collettiva, come si è fatto e fa costantemente in Germania, tale da mettere le masse in condizioni di poter intendere il valore storico delle vecchie musiche di teatro e da camera e constatare, a mezzo di esse, i progressi almeno formali che fatto la musica nel corso di secoli? E se è così, faccia pure il Comitato, che la sua opera sarà davvero utile e degna di elogi e di incoraggiamenti. Ma se il ritorno all’antico volesse dire non solo il bando all’esotismo, ma anche l’omaggio pedissequo alle vecchie forme e ai vecchi metodi, il Comitato farà opera anacronistica e sterile, poichè nessuno potrà seguirlo in un cammino a ritroso.
Anzitutto quali modelli si dovrebbero prescegliere per le nuove composizioni? Quale è quella musica o quel periodo musicale che abbia carattere veramente nazionale? Ci rivolgeremo al seicento, a Giacomo Carissimi, a Girolamo Frescobaldi, ad Arcangelo Corelli, ad Alessandro Scarlatti? O sceglieremo i nostri campioni più vicino a noi, nel settecento, fra Nicolò Jomelli, Nicolò Piccinni, Antonio Sacchini, Giovanni Paisiello, Domenico Cimarosa? O non ci fermeremo ad un periodo più complesso che si inizia con Gaspare Spontini e va fino al Rossini, al Donizetti, al Bellini, magari fino al Verdi?
La musica italiana, nello spazio di tre secoli ha subito tante vicende, tante evoluzioni, tante trasformazioni che mi pare assai difficile poter oggi stabilire il carattere nazionale di essa. Alfredo De Musset, in una lirica che è tutta una trama di singhiozzi e di rimpianti, quella del misterioso salice caro ad Ofelia, cantava, nei primi anni del secolo scorso:
Harmonie! Harmonie!
Langage que pour l’amour a créé le génie.
Qui nous vieni d’Italie et qui lui vient des cieux.
A quale dei nostri genii musicali pensava il poeta? al Pergolese, forse, o al Rossini? Entrambi composero musica italiana, ma quanto dissimile l’una dall’altra! Il carattere sostanziale di essa è la melodia, ma anche questa va soggetta a mutamenti ed abbellimenti formali. La melodia del Durante e del Marcello non è quella di Domenico Scarlatti, già più complessa e più ricca; la melodia di Alessandro Stradella non è quella di Leonardo Leo che fu tuttavia il più... melodioso fraPasquale Parisi.
Progressi internazionali dell’antiduellismo
Non sia discaro ai lettori un breve riassunto delle notizie recentissime su ciò che gli antiduellisti fanno per ogni dove.
In Germania si accentua il movimento nella gioventù degli istituti superiori d’istruzione. Fra non molto essa terrà una grande assembliea probabilmente a Gottinga. Lo scopo ne sarà di sancire gli studi concreti fatti per istituire in tutte le scuole superiori tedesche Consigli d’onore per risolvere le vertenze.
Questi studi furono ordinati dalla recente assemblea tenuta a Geissen, alla quale presero parte i delegati di 150 associazioni studentesche, con intervento di professori universitari. Il favore per i Consigli d’onore erigendi vi fu unanime, ritenendosi che il solo modo di far cessare l’uso del duello consista nel sostituirgli qualche cosa di meglio, ossia nell’adoperarsi positivamente alla organizzazione della difesa effettiva dell’onore, e nel far passare questa in prima linea di fronte al concetto negativo dell’antiduellismo puro e semplice.