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206 | IL BUON CUORE |
Il vice presidente diede poi la parola ai revisori sulle risultanze della gestione stessa: questa si chiude con una deficenza di esercizio di lire 4518,92 ed un patrimonio netto di lire 943.707,45.
Passati alla votazione, vennero eletti a presidente l’avv. Diego Tenca, a consiglieri i signori Radice Fossati ing. Carlo, avv. Ulisse Sertoli, nob. Giulio Greppi. A revisori vennero riconfermati il cav. rag. Carlo Marelli, rag. Giuseppe Balconi, rag. Eliseo Caravaglia.
Religione
Vangelo della terza domenica dopo Pentecoste
Testo del Vangelo.
Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: Siate misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordiosò. Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati. Perdonate, e sarà a voi perdonato; date, e sarà dato a voi; si verserà nel vostro seno una buona misura calcata e ricolmata e sovrabbondante; poichè si farà uso con voi della stessa misura, di cui vi sarete serviti cogli altri. Diceva poi loro anche questa similitudine: È egli possibile che un cieco guidi un cieco? non cadono essi entrambi nella fossa? Non v’ha scolaro da più del maestro. Perché poi osservi tu una pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, e non badi alla trave che hai nel tuo occhio? Ovvero come puoi tu dire al tuo fratello: Lascia, fratello, che io ti cavi dall’ochio la pagliuzza che vi hai, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita, cavati prima dall’occhio tuo la trave e allora vedrai di cavare la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
S. LUCA, Cap. 6.
Pensieri.
«Siate dunque misericordiosi».
La raccomandazione, il consiglio evangelico che ricerca e fa rilevare per amore, per generosità le corde più intime e profonde del nostro cuore, che suscita tanti eroismi di carità, di perdono è non solo consiglio sublime, è, ancor più, consiglio sapiente.
La giustizia, che ci pare un diritto, ma che quaggiù è una chimera, che noi stessi non possiamo raggiungere in tutti gli atti nostri, perchè esser giusto è difficile troppo all’uomo, vittima delle passioni e soggetto a mille limitazioni, la giustizia, per la quale ha un solo anelito l’umanità, che è la meta di ogni rivendicazione sociale, la giustizia, se si trova, non rende grati nè ci esalta. Il dare ciò che si deve e l’avere ciò che viene pare cosa volgare: se non s’ottiene, c’è l’agitazione; ma se c’è... il fatto passa inosservato. L’ingiustisia fa fremere: la giustizia (quando raramente è attuata) non commove.
Commove, invece, la bontà, l’eroismo della bontà.
La bontà supera la giustizia ed è tanto più facile all’uomo.
Per giudicare la colpevolezza di un tristo, bisognerebbe poter mettersi nella mente e nel cuore di lui, indagarne ogni fibra riposta: questo giudizio non è possibile per noi, ma è possibile invece, il perdono, il beneficio in cambio dell’insulto, la larghezza che non bada al male ma lo supera con un’ardente carità.
Come è profondo il Vangelo!
Che conoscenza, in esso del cuore umano, delle sue deficenze, delle sue possibilità di bene!
⁂
«Sarà rimisurato a voi con la stessa misura onde avrete misurato».
Le cose mutano intorno a noi, l’esistenza è un cambiamento continuo: spesso il benificatore d’oggi, diviene il beneficato di domani e il suddito d’ieri il regnante dell’oggi e spesso torna a noi ciò che noi abbiamo fatto altre volte sia in bene, sia in male! Anche il bisogno, deve avere la sua dolcezza per chi riceve, dopo avere molto dato; come il dare, a chi un tempo assai ebbe... Da ciò vien anzi un’esperienza più piena: l’esperienza dei vari dolori dei diversi conforti che allarga le possibilità di far bene con efficacia maggiore.
Ma c’è altro: Chi oggi perseguita può esser domani perseguitato: — chi ferisce di spada, perisce di spada — dice altrove il Vangelo.
Il mutar degli eventi non porta però nessun conforto in questo caso: non può che servire, se si tratta di un animo non del tutto fuorviato, che a svegliare rimorsi e suscitare propositi.
Questo sarebbe già un vantaggio!
Ma, spesso, quest’esperienza non giova: chi fa il male o per malizia o per cecità, non impara nulla dalla vita e, all’occasione, torna daccapo. È più facile vedere un colpito beneficare chi lo offese, che non un potente risorto riparare un’ingiustizia, compensare un dolore.