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Anno IX. Sabato, 5 Febbraio 1910. Num. 6.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —L. Vitali. Le sacre Missioni in Duomo nel Centenario della Canonizzazione di S. Carlo — L. Meregalli. All’ingresso del nuovo Proposto di Alzate (30 gennaio 1910).
Religione. —Vangelo della quinquagesima — Ernesta Frontini — Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi — Pensione famiglia per Impiegate.
Società Amici del bene. —Per una famiglia sventurata — Per la Provvidenza Materna — Pei Carcerati — Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Educazione ed Istruzione


LE SACRE MISSIONI IN DUOMO

nel Centenario della canonizzazione di S. Carlo

Un’onda di religiosità è passata negli scorsi giorni sopra Milano. Sua Eminenza il Cardinal Arcivescovo pensò che opportuno preparamento alla celebrazione del terzo centenario della Canonizzazione di S. Carlo, che ricorre quest’anno, fosse un corso di religiose Missioni nelle Chiese della città e Diocesi, ma specialmente in Duomo, che conserva sotto la sua cupola la tomba del Santo Patrono.

Le Missioni per la festa di un Arcivescovo, nella Cattedrale, non potevano essere meglio tenute che da Vescovi; e i vescovi furono trovati, monsignor Giuseppe Batignani, vescovo di Montepulciano, mons. Giovanni Cazzani, vescovo di Cesena, mons. Angelo Giacinto Scapardini, dell’Ordine dei Predicatori, vesc. di Nusco. Tre prediche dovevano essere tenute al giorno, pel corso di una settimana, l’una alle 7 della mattina, per meditazione, l’altra alle 11, di carattere apologetico, l’altra alle ore 16, per gli esami pratici; e furono distribuite fra i tre Monsignori Vescovi, in corrispondenza alle loro particolari attitudini, le meditazioni a monsignor Cazzani, il discorso apologetico a mons. Scapardini, gli esami pratici a mons. Batignani.

Il pubblico, già numeroso nel primo giorno, andò sempre aumentando, da raggiungere negli ultimi giorni l’aspetto di vera folla, che si stipava sul sancta sanctorum, nel grande spazio sotto la cupola e nelle braccia laterali, e fino alla seconda colonna della navata centrale, fin dove era possibile che la voce si sentisse. Tutte le classi erano rappresentate, e fu marcata in alcuni giorni feriali la presenza di molti preti delle varie parti della Diocesi, dando alle Missioni un carattere più che cittadino.

Il frutto religioso di queste Missioni fu palese la domenica di chiusa, per l’affluenza ai Sacramenti, non solo nella Cattedrale, ma in molte delle principali Chiese della città.

E impossibile riferire quanto venne detto dai singoli oratori. Ci accontentiamo di accennare il carattere e il merito particolare di ciascuno. Monsignor Cazzani, che faceva il corso delle meditazioni alla mattina, fu principalmente rimarchevole per profondità di dottrina e sobrietà di forma, qualità che rifulsero anche in altri discorsi, fatti fuori dalle Missioni, cioè un discorso pel giorno di ritiro del Clero, nella Capella Arcivescovile, e un altro in commemorazione di don Bosco, a Santa Maria Segreta. Fu segnalato in modo particolare, come discorso di particolare efficacia, quello sulla morte.

Mons. Batignani, senese, incaricato degli esami pratici, era principalmente distinto per l’armonia dell’idioma gentile, per la serenità dell’animo, per la semplicità della forma, che lo facevano ascoltare dal pubblico, con un senso di particolare compiacenza. Sono ricordati come capolavori del genere la predica sulla famiglia, e l’Omelia sul Vangelo di Sessagesima, relativa alla semente caduta nei diversi terreni.

L’enfant terrible fu mons. Scapardini, con un misto di eloquenza irruente, frammezzato da tocchi di umorismo, che lo resero in breve tempo popolare. Il suo genere di predicazione è discutibile, e non andrebbe bene l’imitarlo: ma in lui era così corrispondente alla sua indole, era così sincero, da farsi perdonare, da farsi amare, anche in certe uscite, condite di molto, di troppo pepe. Il fondo della dottrina era però sempre forte, e la sua forma raggiunse alcune volte una efficacia così singolare, da produrre nel pubblico la più profonda impressione. Nella predica della superbia, del vizio esagerato di indipendenza da ogni persona e da ogni autorità, domestica e sociale, vizio caratteristico dell’epoca nostra, ricordiamo il brano, col quale faceva conoscere la gravità del vizio dalla enormità delle conseguenze. Ricordo una mattina, egli disse, che una ferale notizia si diffuse improvvisamente in tutta l’Italia, nel mondo. Io sento qui ancora nell’animo l’angoscia profonda provata in quel momento, quando si udì: fu assassinato Re Umberto; fu assassinato da un anarchico, il Bresci. Fu un senso di orrore, fu una riprovazione generale, anche da parte del partiti estremi, anche da parte dei giornalisti radicali: tutti cercavano di scuotersi di dosso, col riprovarlo, l’odiosità dell’atto. Ah, esclamava altamente conturbato l’oratore, io vorrei chiamare qui tutti i giornalisti, tutti i propalatori delle teorie sovversive, anarchiche, tutti gli apostoli di un principio esagerato di indipendenza e di libertà, e dir loro: guardate quel cadavere, guardate quella ferita che spense proditoriamente il più buono dei Re; metta ciascuno una mano alla co-