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DEL FRANCO. 69

IV.


O Polimnía, io prego che m’aíti,
     E tu Minerva il mio stile accompagni,
     Anzi che da se stesso mi si bagni
     4E ch’io mel meni più per li miei diti.
Sienmi i vostri bei numi favoriti
     Per far quei fatti gloriosi e magni,
     Ch’usano far tra loro i buon compagni,
     8E le buone mogliere co’ mariti.
Oh! sacra coppia benedetta sia,
     Poichè a gran pena a dir di voi son mosso,
     11Ch’io mi sento rizzar la fantasia.
Onde dal gran furor spinto e percosso,
     Ficcando tutta in voi la vena mia,
     14Mi meno e mi dimeno quanto posso.


V.


Credo, che ciascun sappia chi mi sia,
     E però non vo farne più romore:
     Bastimi dir, ch’io sono il donatore
     4Di quella sola eccelsa melodia.
E che (sola mercè dell’opra mia)
     Ogni animal congiunto con amore
     E nasce e vive, ed in un punto muore,
     8E sè medesmo rinnovando cria.
E se questo non basta: io son che arreco
     Tanta dolcezza, che si passa a guazzo,
     11Talchè mi si può dir Dominus teco.
A che farvi di me più gran schiamazzo?
     Non si vede egli chiaro da chì è cieco,
     14Che ’l mondo saría un cazzo, senza cazzo?