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102 LA PRIAPEA

LXX.


A i cocomeri grossi da sementa
     Non sia chi metta mano, sotto pena
     D’aver in disciplina sulla schiena
     4Con questo mio volpile almanco trenta.
Perchè con quelli l’orto se n’aumenta,
     E se ne viene a far la pancia piena,
     E dir si può, che ’l cazzo mi si mena
     8Come degl’orti la semenza è spenta.
Ma pur, se donna gravida ne vuole
     M’è forza ad onta mia di compiacere,
     11Che di sì fatte donne assai mi duole.
E però venga e faccia il suo volere:
     Colgagli tutti, e senza più parole,
     14Quanto è più grosso, più gl’è al suo piacere.


LXXI.


Di ruta e di savina, e d’erbe amare
     Di ragion mille, piena era ogni strada
     Dell’orto mio, ed oggi è quasi rada
     4Quella foglia fottuta che ne pare.
Sò, che non han potuto rovinare
     Per pioggia nè per grandine che cada.
     Sò, che non l’ha seccate la rugiada,
     8Che questa scusa non si può passare.
Sò, che non han potuto venir meno
     Per essere mangiate, perocch’elle
     11Sono molto più amare che ’l veleno.
Dio voglia, che le Suore non sian quelle
     Che per sconciar il ventre quando è pieno,
     14Non ne facciano gli orti nelle celle.