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IV. — Monti e valli; cenni orografici, geologici ed orometrici. 37

glio nell’altopiano del Noce, limitato a ponente dal gruppo di Brenta. La regione del Noce — l’Anaunia — è una fra le più singolari delle Alpi. La parte inferiore del bacino non ha la solita forma delle valli alpine fiancheggiate da catene regolari di monti che versano per mille rigagnoli e torrentelli le loro acque al fiume scorrente nel fondo della valle; è invece un altopiano formato dalle alluvioni glaciali, non già solcato da un solo torrente, ma da vari grossi torrenti e valloni emuli dell’arteria principale. Dal passo della Rochetta, che congiunge l’Anaunia colla Val d’Adige, il bacino si allarga e si innalza lentamente a spianate, a falde, a terrazze, a gradinate coperte da un tappeto di verzura, di gelsi, di frutteti,; di boschi, seminate di paeselli. E le cifre ci rendono conto esatto di questa special condizione del bacino del Noce dandoci fra i 500 e i 1500 metri una serie di piani (da 500 a 750, da 750 a 1000 ecc.) che presentano una superficie quasi identica1.

Gli importanti corsi d’acqua, che solcano la regione, corrono Sin spaccature, profonde diecine e talora centinaia di metri, entro ripiegature o, direi quasi, entro rughe, che separano le varie terrazze degli altopiani.

Poco al di sopra di Cles finisce l’Anaunia; e la Valle del Noce, mutando il nome d’Anaunia (o Valle di Non com’è detta più frequentemente) con quello di Val di Sole, cambia pure completamente il suo carattere, la sua orografia, il suo paesaggio, la sua vegetazione: l’altopiano si trasforma in una valle chiusa, i vari piani altimetrici di superficie si vanno sempre più restringendo e si succedono rapidamente; i torrenti scorrono sulla crosta esterna; alla vite e al gelso succede l’abete e il larice; alle molli pendici verdeggianti subentra l’anfiteatro alpino delle nevi e dei ghiacci.

Sotto l’aspetto geologico2 la parte occidentale del gruppo



  1. Dott. Riccabona, Valle di Non e di Sole (XIV Convegno estivo in Balbi) «Ann. Alp. Trid.» 1886-87.
  2. Questi e gli altri cenni geologici che dò per ciascun gruppo furono desunti coll’aiuto del mio amico G. B. Trener — al quale mi piace rendere pubblicamente vivissime grazie — dalla carta geologica austriaca alla scala 1:75000.