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giarono e vi si mansuefecero, restringendosi e impicciolendosi e lasciando luogo all’elemento primigenio»1.

Delle varie differenze dialettologiche della parlata trentina e delle caratteristiche degli idiomi ladini, e della loro estensione parleremo in breve; prima ci pare necessario dare uno sguardo alla statistica delle nazionalità del Trentino.

2. Secondo i censimenti del 1890 la popolazione di diritto del Trentino ammontava a 344.098 abitanti, dei quali 333.738 erano italiani (italiani e ladini), 10.009 tedeschi, 351 di altre nazionalità.

Questi dati ufficiali però meritano d’esser accolti con molta diffidenza2 e circospezione e devono essere ampliamento illustrati. Il numero degli abitanti tedeschi è dato dalla popolazione indigena quasi esclusivamente tedesca dei quattro comuni della Valle di Non (San Felice, Lauregno, Proves, Senale), dei due di Val Fiemme (Trodena e Anterivo), dell’ultimo di Val dei Mocheni (Palù), da alcuni altri paesi di questa valle, dove la popolazione è mista, e infine dai militari (in numero



  1. Correnti C. op. cit. — Ci pare questo il luogo di ricordare peculiarmente — sia pur ripetendoci — le cause che più di tutte influirono sullo stanziarsi di oasi tedesche nel Trentino, oasi che vennero man mano scomparendo. Le principali fra esse sono: 1.° L’azione politica dei principi vescovi di Trento — ligi servi degli imperatori germanici — i quali amavano affidare la custodia dei loro castelli a feudatari della loro nazionalità, sempre in lotta coi comuni. 2.° L’emigrazione dei minatori dal Tirolo e dalla Boemia, spinti dal desiderio di trar profitto delle ricchezze minerarie della Valle della Fersina. 3.° Le immigrazioni dei boscaioli e pastori tedeschi nella Val del Sila mandati probabilmente dai signori di Salorno, che qui possedevano un’arimania. 4.° Inevitabili rapporti di vicinanza coll’altopiano dei Sette Comuni; da esso per impulso di necessità industriale emigrarono non poche famiglie nel territorio di Centa e di Lavarone. È notevole come fu anche più tardi l’influenza di cause economiche che valse a spezzare nel Perginese l’angusta zona dei dialetti germanici. Oggi non restano che pochi avanzi nella Valle dei Mocheni, mentre già fin dal XVI sec. cominciò a scomparire l’elemento tedesco per opera delle immigrazioni di coloni italiani, attratti lungo l’Astico, il Leno, il Centa, il Rio di Calliano dall’industria serica e dall’allevamento dei bachi.
  2. Galanti. Sull’opportunità di studiare le isole linguistiche straniere in Italia. «II Congr. Geogr. Ital.». Roma, 1895.