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il re del mare 65

— Un affluente del Kabatuan, che segna il confine della fattoria. Alt, signori!

— Che cosa c’è?

— Vedo dei fuochi brillare laggiù.

Yanez aguzzò gli sguardi e attraverso uno squarcio delle piante, a una distanza considerevole, vide brillare nelle tenebre un grosso punto luminoso che non doveva essere un semplice fanale.

— Il kampong? — chiese.

— O un fuoco degli assedianti — disse invece Tangusa.

— Dovremo dar battaglia prima di entrare nella fattoria?

— Prenderemo il nemico alle spalle, signore.

— Tacete — disse in quel momento il pilota, che si era avanzato di alcuni passi.

— Che cosa c’è ancora? — chiese Yanez, dopo qualche minuto.

— Odo il fiume rompersi contro le rive. Il kampong si trova dinanzi a noi, signore.

— Attraversiamolo — rispose Yanez risolutamente — e piombiamo sugli assedianti a passo di carica. Tremal-Naik ci aiuterà dal canto suo come meglio potrà.


VII.


Il «kampong» di Pangutaran.


Cinque minuti dopo il drappello guadava silenziosamente il fiumicello, che era scarsissimo d’acqua, e si radunava sulla riva opposta che era priva d’alberi.

Una vasta pianura, interrotta solo da qualche gruppetto di palme e di pombi, si estendeva al di là, spingendosi verso una grossa costruzione sopra la quale si scorgeva una specie di torricella che pareva un osservatorio.

Cominciando appena appena allora a diradarsi le tenebre, non era ancora permesso discernere che cosa veramente fosse, ma il pilota ed il meticcio non avevano bisogno della luce per sapere dove si trovavano.

— Il kampong di Pangutaran! — avevano esclamato ad una voce.