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io dissi di sopra delle febbri etiche. Pertanto se colui che è in un Principato, non cognosce i mali se non quando che nascono, non è veramente savio; e questo è dato a pochi. E se si considerasse la prima rovina dell’Imperio Romano, si troverà essere stato solo il cominciare a soldare i Goti; perchè da quel principio cominciarono ad enervare le forze dell’Imperio Romano; e tutta quella virtù, che si levava da lui, si dava a loro. Conchiudo adunque, che, senza avere arme proprie, nessuno Principato è sicuro; anzi tutto obligato alla fortuna, non avendo virtù che nell’avversità lo difenda. E fu sempre opinione e sentenzia degli uomini savi, che niente sia così infermo ed instabile, come è la fama della potenza non fondata nelle forze proprie. E l’arme proprie sono quelle che sono composte di sudditi o di cittadini, o di creati tuoi; tutte l’altre sono o mercenarie, o ausiliari. E il modo ad ordinare l’arme proprie sarà facile a trovare, se si discorreranno gli ordini sopra nominati da me; e se si vedrà come Filippo, padre di Alessandro Magno, e come molte Repubbliche e Principi si sono armati ed ordinati; a’ quali ordini io mi rimetto al tutto.


CAPITOLO XIV.


Quello che al Principe si appartenga circa la milizia.


Deve adunque un Principe non avere altro oggetto, nè altro pensiero, nè prendere cosa alcuna per sua arte, fuori della guerra, ed ordini e disciplina di essa; perchè quella è sola arte che si aspetta a chi comanda; ed è di tanta virtù, che non so-