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e in vita e in morte in figliolo adottare; e su in tale pensiero fermatose, fatto suo ultimo e finale testamento d’ogni suo bene mobile ed immobile costituì e fece erede il suo Antonio; e non doppo molto tempo passò de questa vita. Antonio de sì grande ereditate lo signor devenuto, e alle proprie case del cavaliere reduttose, non era niuno loco che per rimembranza de la sua donna non avesse dove lacrimato e dove sospiri buttato, e rammentandose de continuo che lei aveva eletta la morte prima che palesarlo, de tale debito d’amore vinto, ed altre cose assai de la soa Veronica esaminando, con seco medesimo ordinato e decreto avea de mai a togliere moglie se condurre. E in questi termini stando accadde che el Duca deliberò in Calabria passare: lo che al pugliese oltre modo fu caro, attento che non solo la lassata patria vederia, ma del suo amante, e ancora del padre, quale per niun modo odiare possea, averia qualche odore sentito; però che, per non dare de sé alcuno cognoscimento, non dimandandone, niuna cosa ne avea sentita giammai. E arrivati in Salerno, e tutte le brigate del Duca in diverse case alloggiate secondo le loro conditioni, avvenne come a la fortuna medesima piacque, che per uno non pensato ordene toccò in sorte ad Antonio Marcello recevere in casa il pugliese e il compagno: il che quanto a Veronica fosse giocondissimo ciascuno ne può fare giudicio. Essi furono da Antonio onorati e accarizzati molto, e la sera loro diede suntuosamente da cena, e in quella medesima loggia dove le più de le volte con la soa donna solea piacere pigliare; e attento or l’uno or l’altro mirando, gli si representavano alquanto le immagine de la soa don-