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il mistero del poeta 85

licato. Era con Mrs. B., ma forse non avrei avuto un altro momento opportuno; le porsi il libro. Appunto perchè il momento non era opportuno, m’intese. La vidi esitare un attimo.

— Non lo posso portare a pranzo — diss’ella con un lieve sorriso.

— No — risposi — ma credo v’abbia dimenticato qualche cosa di Suo. — Violet esitò ancora, poi prese il libro e ne tolse la lettera.

— Andiamo — disse l’altra.

Durante il pranzo gli occhi di miss Yves non si volsero a me che una volta. Ella si alzò da tavola prima della frutta e scomparve. Era impazienza di leggere la mia lettera? O proposito di evitarmi? La seguii col pensiero. Stava leggendo, aveva letto, combatteva con le ombre del suo cuore. Penoso momento! Vinceva lei? Vincevano i fantasmi nemici? Era duro di non saper nulla, di non poter aver un segno. Però aveva presa la lettera. Mi dissi che avevo torto di dubitare e di temere, che Dio non mi avrebbe deriso, non mi avrebbe mandati quei sogni e lei per togliermi poi tutto così.

Seduto in faccia allo scoglio sovrano, condussi