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VII.


— Bene! Bene! — disse la baronessa. — Ed ora che tutto è finito, mi darai retta, nepote mio?

— Ho altro per la testa! — rispose il marchese.

— Lo so, pur troppo: quella donnaccia.

— Non me ne parlate, zia!

— Anzi debbo parlartene.

— È inutile, vi dico. Per me, è come se non esistesse più, ve lo giuro.

— Tu conosci le mie intenzioni.

— Vi sono grato e vi ringrazio, zia!

— Il mio testamento è in mano del notaio Lomonaco. Non vorrai costringermi a rifarlo.

— Siete padrona disporre del vostro come vi pare e piace.

— Voglio che casa Roccaverdina rifiorisca. Tuo zio è uno scioperato. Ha già dato quasi fondo a tutto il suo patrimonio; e suo figlio è più matto di