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XVI.


Il povero don Silvio attendeva da più di mezz’ora nell’anticamera, e mamma Grazia veniva di tanto in tanto a tenergli compagnia.

— Abbiate pazienza! C’è l’ingegnere.

— Non ho fretta, mamma Grazia.

— Siamo con la casa sossopra.

— Pel matrimonio, l’ho sentito dire.

— Che tosse!... Riguardatevi, don Silvio!

— Sia fatta.... la volontà.... di Dio!

Con la tosse che gli soffocava le parole in gola, il petto di quel magro corpicciuolo, scosso rudemente a ogni assalto, pareva dovesse schiantarsi.

— Andate a mettervi a letto; fate una buona sudata!

— E i poveretti che muoiono di fame? Per questo sono qui.

— Ah, don Silvio! Non si finisce mai! Il marchese