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— Mia sorella si volta spesso a guardarmi, meravigliata di vederci discorrere insieme. Quando mi domanderà: — Che cosa ti ha detto? — io non saprò....

— Rispondetele: — Mi ha detto se voglio fargli l’onore di essere la marchesa di Roccaverdina!

— No, marchese! Ormai!... E per tante ragioni. L’onore sarebbe mio; ma, ripensateci!... Ormai!

— E se insistessi? E se vi dicessi che voi commettereste una cattiva azione, rifiutando di cooperare alla rinnovazione della mia vita? Non chiedo una pronta risposta.... Se poi il cuore vi consigliasse di no; se il mio passato v’ispirasse repugnanza — può darsi — non sarebbe giusto che vi sacrificaste. Consultate vostra madre. Darete la risposta alla zia.

Egli si era chinato verso di lei per dirle sommessamente e rapidamente queste ultime parole, tanto era grande il suo stupore di aver potuto parlare a quella maniera, con delicatezza di voce e di forma che ignorava di possedere, e non meno grande il timore che non potesse andar oltre senza riprendere la sua abituale rozzezza.

La baronessa veniva a rioccupare il suo posto.

— Vi siete riconosciuti, finalmente!

— Un poco — rispose il marchese ridendo.

La signorina Mugnos lo supplicò, con gli occhi, di non tornare sul soggetto della loro conversazione. E, rassicurandola allo stesso modo, egli fu lieto di