Pagina:Il Libro dei Re, Vincenzo Bona, 1886, I.djvu/157


— 140 —

Del misurar le norme. Ampli palagi
E sontüose terme e case e stanze
Fe’ costruir qual schermo da’ perigli.
Quindi, in un giorno, fra le pietre ei scelse
585Le gemme e la lor luce e il lor splendore
Cercò bramosamente. Ogni più vaga
Gemma di color vario egli scoperse,
Il rubin, lo smeraldo e il biondo succino,
L’oro e l’argento, che per magic’arte
590Ei separò dalla natia lor selce,
Onde a questi secreti acconcia chiave
Allor trovossi in prima. Anco ei rivolse
La sua fervida mente ai grati odori,
Fatti all’uom necessari, all’ambra, al puro
595Muschio, all’acqua di rose e all’odorosa
Canfora bianca, ai balsami pregiati,
Al soave aloè. Quindi i rimedi
Vari de’ mali e i farmachi rinvenne
Atti a sanar gli egri mortali, porta
600Ond’entra in noi bella salute, e via
Per cui fuggono i mali. In cotal guisa
Tutte ei svelava le riposte cose,
E questa terra non provò giammai
Ricercator così costante e accorto,
605Chè l’onde ei primo valicò su mobili
Navicelli vaganti, e passò ardito
Da questa a quella regïon lontana
Con felice vïaggio. Altri cinquanta
Anni in tali opre ei trapassò, nè vide
610Cosa niegata ad intelletto umano.
Quando forza di mente ivi si aggiunga.
     Poi che di lui quest’opre si mostrarono,
Solo sè stesso ei vide re sovrano
Di questa terra. E come fùr compiute
615L’opre sue di gran re, mosse più ad alto
Dall’alto loco suo. Con regia possa