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cio, a mo’ d’esempio, incominciano da pochi anni ad immalsanire. La febbre acquista terreno in proporzione dello scemar che fa la cultura; cui dovete arrogere le proprietà delle manimorte, ciò è dire, messe nelle mani de’ preti e de’frati, aumentano di 1,500,000 a 2,000,000 lire per ogni anno. Addimanderebbesi manimorta la mano che fa morire? »

Sottomisi tal delicata questione ad uomo di gran senno, onorato e ricchissimo, il quale coltiva qualche migliaio di ettare in un podere della Chiesa. È mercatante di campagna, come dicono costi: ed eccovi ciò che presso a poco mi ha ragionato:

«I sei decimi dell’Agro Romano sono proprietà di manimorte, tre decimi pertengono ai principi, un decimo a tutto il rimanente dello Stato!

«Mio proprietario è una Comunità di religiosi che dammi a fitto il suo territorio affatto nudo, per tre anni. Il bestiame e tutto il materiale agricolo è mio, ed è enorme capitale esposto ad ogni maniera di accidenti: ma, gli è cosi; per guadagnar poco nel povero nostro paese si ha a risicar molto.

« Se mio fosse il suolo, vi seminerei fromento da per tutto, avvegnachè sia eccellente il terreno; ma una clausola della scritta m’interdice di dissodare i terreni fertili, affinchè non sieno di troppo esauriti dal grano. E certo è che a lungo andare la sarebbe cosi, non facendo mai uso degli ingrassi; ma i terreni mediocri che il proprietario consente all’aratro saranno più presto esauriti, e rimarranno