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che donare 5,000 lire all’inventore di ben adatto coltro gli è impiegare picciol capitale ad enorme interesse. Il reame ne approfitterà, e i loro figli saranno più doviziosi: ma il Papa non ha figli; ed ama perciò seminare nella Chiesa per raccorre in Paradiso.

Non potrebbe almeno coadiuvare cotesti poveri campagnoli che dannogli a vivere?

Uno statistico di grande ingegno e lealtà1 ha dimostrato che nella Comune di Bologna le proprietà rurali pagavano 160 lire d’imposizione per 100 lire di rendita imponibile. Il fisco, non contento di assorbire tutto il reddito, rosicchia ogni anno un pochetto del capitale. Che vi pare di cotesta moderazione?

Nel 1855 l’uva era attaccata dalla malattia, dovunque. I governi sollevarono con ogni sforzo i proprietari sventurati. Il cardinale Antonelli profittò dell’occasione per gravitar sulle uve con un’imposizione di 1,862,500 lire. E siccome non v’era uva per pagare, cosi quella cadde sulle Comuni. Or, qual fu più terribile flagello, la crittogama o il cardinale Antonelli? Non certo la crittogama, che è sparita, mentre il cardinale è rimasto.

Tutti i grani raccolti nell’Agro romano pagano un diritto fisso di 2 scudi e 2|10 per rubbio. Il rubbio vale, in media, 8 o 10 scudi. Gli è dunque almeno 22 0|0, che il governo preleva sul ricolto. Sembravi imposizion moderata? Vi ha più del doppio della decima: ed eccovi in qual maniera sono coadiuvati i produttori del fromento!

  1. Il debito pubblico degli Stati romani, pel marchese I. E. Pepoli. Torino, 1851.