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che dovizie, difilato se n’andava a respirare miglior aria in paese meno cattolico. Gli è per cotesto, che all’esaltazione di Pio IX il ghetto versava in tale distretta, come nei più tristi giorni del medio-evo.

La storia ha scritto a caratteri d’oro tutti i beneficii del Papa regnante, e sopratutto, l’emancipazione degli ebrei.

Pio IX ha abbattuto le porte del ghetto, e fatto facoltà agli ebrei di andare notte e giorno attorno per la città, ed abitare ove loro talenta; dispensati dal calcio ufficiale, e dalle 4,000 lire che costava; chiusa la chiesetta in cui tutti i sabbati, a loro spese e marcio dispetto, erano catechizzati. E davvero può dirsi che il suo esaltamento sia stata era di liberazione pe’ poveri ebrei.

L’Europa, che vede di lontano le cose, deve supporre che, sotto regno cosi tollerante, tutti gli ebrei sieno andati a dimorare negli Stati della Chiesa per godere la mitezza di Pio IX. Ma mirate, in grazia, come la statistica sia scienza da paradossi! Ella ne conta che nel 1842, sotto Gregorio XVI, in piena captività di Babilonia, nel piccolo regno pontificio stanziavano 12,700 ebrei; e nel 1853, dopo si grandi benefizi e riforme, malgrado giustizia e tolleranza, la popolazione ebrea è ridotta a 9237 anime! In che modo 3463 ebrei eransi sottratti agl’influssi della paterna azione del Padre-santo? Egli è da dire che cotesta gente sia tipo d’ingratitudine, o che gatta ci covi.